giovedì 27 dicembre 2012

CHI BEN COMUNICA...SECONDA PARTE

Un altro aspetto importante, che può essere utile ai fini delle nostre ricerche, consiste nel rammentare che il significato della comunicazione sta nel risultato che otteniamo, non tanto nelle intenzioni che abbiamo in una determinata situazione. Può capitare, infatti, di dire una cosa per avere un effetto ed ottenere l'opposto.
Un esempio, anche se extra lavorativo,  molto concreto: invito una persona a mangiare un piatto cucinato da me. Dunque, vorrei fare una sorpresa pensando sia gradita (intenzione) però, una volta che l’ospite ha finito di mangiare il piatto si gonfia come una palla e finisce la serata all’ospedale (risultato). Cosa centra con le nostre ricerche? Domandati: "quante volte ho inviato curriculum per trovare lavoro (intenzione) e quante volte ho avuto risposta (risultato)?". Fai una sommaria statistica tra lo scarto degli invii e le risposte ottenute: cioè, se risulta che gli invii sono molti di più rispetto alle risposte chiediti quanto, ad oggi, hai badato realmente al risultato e non all' intenzione.
Un esempio di intenzione che non si traduce in risultato, questa volta in ambito "ricerca di lavoro". Se mando tremila curriculum nel giro di sei mesi ma non ho avuto risposta, può voler dire che l'intenzione nel cercare c'è ma il risultato no, ovviamente. A questo punto potrò fare due cose: o cambio modo di propormi, cercando di trovare nuove strategie per far si che il curriculum venga valutato positivamente, oppure, continuo a mandare curriculum senza fare modifiche confidando nella buona sorte. Quindi, riassumendo, le intenzioni contano sicuramente ma da sole non bastano, contano -maggiormente e banalmente- i risultati.

Un altro aspetto importantissimo, che non dobbiamo mai sottovalutare, consiste nel realizzare che le idee che abbiamo in testa, rispetto un qualunque concetto, non sono mai coincidenti al 100% con quello che le altre persone pensano sulla stessa cosa.
Per esempio. Hai mai cercato di spiegare ad un turista dove si trova una piazza o una strada, di una città, che tu conosci bene? Per aiutare il turista dovrai fornirgli spiegazioni dettagliate, spiegando passo passo cosa dovrà fare, altrimenti andrà a perdersi. Il tutto risulterà ancora più difficile se non avrà con sé una cartina topografica, occorrerà fornire ulteriori punti di riferimento, spiegando cosa troverà sul suo cammino per aiutarlo ad orientarsi finché non sarà giunto a destinazione.
Potremmo quindi dire che la
la cartina topografica che hai in testa (la tua mappa mentale) non è una realtà condivisa finché, a parole, gesti ecc. non riuscirai a trasmettergli ciò che intendi, in modo abbastanza chiaro da farti capire. Ci vorranno molte parole per far si che tu ed il turista vi capiate, e forse mai del tutto. Potremmo così dire che la nostra realtà mentale (mappa) non è la realtà valida per tutti
(territorio): non perché la realtà non esista, ma perché esiste un’idea che ci siamo fatti sulle cose (pre-giudizi) che va ad inficiare concretamente su quanto è realmente. E’ come se ognuno di noi avesse un paio di occhiali con le lenti di colore diverso dagli altri: tutti vediamo il mondo con le sue forme, i suoi contorni, la profondità, ma spesso con sfumature, emozioni, tonalità e colori diverse da chi ci sta vicino. Come dicono molti illustri esperti di comunicazione: “la mappa non è il territorio1

Perché ti dico questo e
perché lo metto in relazione con la tua ricerca del lavoro? Perché se non spiegherai bene cosa vai cercando, cosa hai fatto e cosa potresti fare, le parole dall’altra parte non potranno mai essere comprese appieno. Cerca quindi di chiarirti cosa dire e come dirlo. Esercitati a fare descrizioni delle tue competenze, perché poi dovrai trasmetterle. E ricorda. In uno scambio comunicativo non sono tanto applicabili le categorie di vero/falso, quanto piuttosto di felicità/infelicità nello scambio (del nostro caso, di assunzione o non assunzione in un posto di lavoro).
IN SINTESI.
Tutta la comunicazione passa attraverso tre modalità: verbale, paraverbali, non verbale.
-LINGUAGGIO VERBALE: COSA DICO (CONTENUTO) parole, corretto utilizzo dei termini e del linguaggio.

-
LINGUAGGIO PARAVERBALE
: (RELAZIONE) - tono, pause dialogiche, spinte ed accelerazioni, elementi prosodici (come la ripetizione delle stesse parole), velocità, timbro, volume, inflessioni dialettali.

-
LINGUAGGIO NON VERBALE
: (RELAZIONE) - postura, atteggiamento, gestualità, mimica facciale, respirazione, gestione dello spazio (prossemica), olfatto.Ne deriva che è impossibile non comunicare, come anticipavo prima. Anche nel momento in cui non desidero comunicare, implicitamente, attraverso la relazione -cioè il rapporto che ho con l’altra persona e nel modo in cui mi comporto- manifesto una qualche forma di messaggio.

Detto questo. Messo a fuoco alcuni spunti su come comunichiamo, quali sono i canali e cosa comunicare, da qui a poco cercheremo di applicare quanto detto sulla comunicazione alle nostre attività di ricerca di lavoro.
A presto!
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1 G.Bateson, Mente e natura, Aldephi, 1984, Milano. Bateson riprende qui le riflessioni di Alfred Korzybski nel suo libro ‘Science and Sanity’ (1933), il quale afferma: “Fin dall’infanzia veniamo programmati a seguire una mappa di comportamenti che danno forma alla nostra personalità e alle nostre idee sulla vita e sugli altri. Ciascun individuo funziona a partire da una certa mappa del mondo, da come vede la realtà e dalle esperienze passate. Ognuno legge la realta’ col suo filtro. Le nostre rappresentazioni mentali, le nostre descrizioni, non sono la realtà, e la mappa non è il territorio”. Ognuno di noi vede una realtà propria (mappa) ma è importante ricordare che non è la realtà (oggettiva) valida per tutti (territorio).

lunedì 24 dicembre 2012

COMUNICARE SE STESSI...CHI BEN COMUNICA E' PIU' DI META' DELL'OPERA

Per ben comunicare…
Prima di affrontare il modo in cui è opportuno comunicare le proprie competenze, penso sia utile, al riguardo, dare alcune indicazioni su come ci relazioniamo in generale.

Per fare la differenza nella tua ricerca dobbiamo parlare assieme -un attimo- di comunicazione, perché anch'essa non va improvvisata. Se prendi qualche spunto su quanto sto per dirti e, successivamente, lo calerai nel tuo modo di “parlare” all’azienda, potrai acquisire elementi utili ad aumentare l’efficacia delle tue ricerche.

Per iniziare, occorre che ti fermi un attimo ad interrogare te stesso su come comunichi. Pensa bene a quest’affermazione: “qualunque cosa facciamo o non facciamo, in un determinato momento, è sempre un atto comunicativo”. Tutto è comunicazione[1]...anche quando non parli. Sei d’accordo? Il parlare, il tipo di abbigliamento, i gesti che fai, lo sguardo, il silenzio ecc. sono tutti elementi del tuo comunicare.
Se, ad esempio, entri in una sala d’aspetto dal tuo dentista e le persone sono in silenzio che leggono qualche rivista o fissano il muro, puoi vedere la loro volontà di “non comunicare”. E’ paradossale ma è così, anche quando stai zitto -e non parli- comunichi qualcosa: che lo vogliamo o no, qualunque atto, è comunicazione. E non è, necessariamente, un atto consapevole.

Perché ci interessa per la nostra ricerca? Perché, in ogni momento -anche prima di parlare- stiamo dicendo di noi. Quindi, per prima cosa, dobbiamo ricordarci che nel modo i cui presenteremo la nostra candidatura sarà molto influente, cioè se vado vestito male all’appuntamento, arrivo in ritardo senza giustificazioni o entro in un ufficio per fare un colloquio parlando al cellulare facendo gesti del tipo “aspetta un attimo, ora mi libero”, sto comunicando in modo non propriamente corretto, anche se con le parole non ho ancora detto nulla.

La comunicazione, dal latino comunico, significa condivisione; non significa "mandare messaggi", ma va intesa come un atto sociale e reciproco di partecipazione, mediato dall'uso di simboli significativi tra individui e gruppi diversi. Quindi: comunicare è: interagire, mettere in comune, mettere in relazione.

Faccio ordine.
La comunicazione è in sintesi un processo circolare che prevede i seguenti elementi[2]:
- l'emittente, o fonte di trasmissione, è il soggetto da cui la comunicazione viene prodotta. L'emittente è caratterizzato e condizionato dalla propria cultura, da propri interessi, dal proprio linguaggio, da risorse e strumenti che ha a disposizione, dalla propria esperienza passata e dalla conoscenza che ha rispetto al contesto e agli interlocutori;
- il messaggio è rappresentato dai contenuti e significati che l'emittente vuole trasmettere al destinatario:
canale è il mezzo che viene utilizzato per la trasmissione del messaggio (giornali, radio, televisione, voce...);
- il codice è l'insieme di regole convenzionali utilizzate per esprimere il messaggio (ad esempio, la lingua madre, il linguaggio gergale utilizzato all'interno di un gruppo giovanile, l'alfabeto dei sordomuti o il braille per i non vedenti);
- il destinatario è il soggetto a cui il messaggio viene rivolto; anch'egli è caratterizzato da cultura, linguaggi, esperienze e strumenti propri
- il feedback rappresenta il "messaggio di ritorno" dal destinatario all'emittente. Esso consente di verificare che il messaggio è giunto a destinazione ed è stato compreso.
- Il contesto della comunicazione è il luogo fisico dove avvengono gli scambi.

Ricapitoliamo su questo spunto.
Ho illustrato l'elenco degli elementi della comunicazione perchè tu possa vedere, da vicino, quante e quali parti del processo sono coinvolte. Ogni elemento proposto corrisponde, nella ricerca di lavoro, ad una variabile che può essere modificata e potenziata.

Per esempio.
Emittente: potresti essere tu che cerchi;
Destinatario: sarà, allora, il datore di lavoro che riceve il tuo curriculum;
Messaggio: è quello che vuoi portare all'azienda (quindi al datore di lavoro).Ovvero, le tue competenze, le disponibilità, che stai cercando lavoro, le tue motivazioni ecc.
Il canale: come abbiamo gia visto, potrebbero essere molti -internet, fax, passaparola ecc.-
Il Feedback: è la rispostà che il datore di lavoro darà -o non darà- dopo che tu ti sarai proposto per un impiego.
Contesto: in questo caso, sarà l'azienda dove ti stai proponendo.

Questo schema ci servirà per riconoscere gli elementi della tua ricerca e, così, provare a migliorarli. Se ci sono degli intoppi a livello comunicativo, saranno in una di queste variabili che ti ho elencato: occorrerà capire su cosa dobbiamo agire per  cercare di invertire la tendenza.

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1. In questa parte, per argomentare “la comunicazione”, propongo gli spunti esposti dal pensiero della scuola di Palo Alto, dove venne elaborata una teoria della comunicazione dagli anni 60 e che troviamo esposta nel libro “Pragmatica della comunicazione umana”, di Watzlavick, J.H.Beavin, D.D.Jackson, Pragmatica della comunicazione umana, Astrolabio, 1971.Tutto ciò non ti deve spaventare, è solo un modo per approfondire-di un po'- questo delicato aspetto tanto importante. Ma non è essenziale diventare esperti di comunicazione, e non voglio caricarti di informazioni che possono appesantire la tua ricerca.. Mi limito a dirti alcune cose che potranno tornarti utili. Vedi tu se approfondire.

2.A.Polmonari, N.Cavazza, M.Rubini, Psicologia Sociale, Il mulino, Bologna 2002.

mercoledì 12 dicembre 2012

...E LA LETTERA DI PRESENTAZIONE NON E'..

La lettera di presentazione non...è il curriculum
Il curriculum è la tua carta d’identità professionale, in esso va messo ciò che hai fatto nel tuo lavoro, gli studi e alcuni aspetti della tua vita privata (interessi, capacità, conoscenza delle lingue ecc.).
A questo punto, potresti chiederti: “ma allora, se scrivo il curriculum e metto tutte le informazioni che mi chiede, a cosa serve la lettera di presentazione?”.
Una volta la lettera di presentazione inziava grosso modo così: “con la presente vengo a sottoporre alla vostra cortese attenzione..ecc ecc.”.
Ora -almeno io la penso così- la lettera deve essere come “un cavallo di Troia” cioè deve entrare nell’attenzione di chi legge per incuriosire e per far sì che "l'interessato tuo" sia interessato davvero!.. prendendo poi in mano il curriculum. Questo non vuol dire che deve avere i fuochi artificiali, le luci, oppure affermare cose che non stanno né in cielo né in terra, ma che in breve (al massimo in 10 righe circa) dica chi sei, cosa fai, la tua situazione, perché scrivi e invii il curriculum.

N.B. 
Nella lettera di presentazione, generalmente, si mette  un “oggetto”: dove andiamo andicare il tipo di candidatura.
-Se la tua è un' “autocandidatura”, ti stai proponendo senza rispondere ad un’inserzione specifica, provando, per vedere se l’azienda ha bisogno.
-Se stai rispondendo ad un annuncio -risposta ad una inserzione-, vuol dire che hai visto una qualche offerta e ti interessa. In questi casi devi mettere il riferimento che troverai per far capire a cosa ti stai candidando.

Le prime sono righe sono paragonabili alla cornice di un quadro. Se la cornice è bella, allora il quadro sarà valorizzato; questo esempio calza perché con le indicazioni preliminari che offri  inquadri la tua situazione offrendo riferimenti chiare ad indicare chi sei.

Ecco un esempio di presentazione.
Tralasciando la disposizione grafica -l'oggetto e le indicazioni quali: l'indirizzo, il destinatario ecc.- nei contenuti potrebbe presentarsi così: 
Mi chiamo Davide Marino, ho xx anni, abito xx, sono laureato in xx, da xx anni lavoro come orientatore occupandomi di xxx, attualmente sono in cassaintegrazione -quindi portatore di sgravi fiscali-".
A questo punto, dato che abbiamo a disposizione ancora circa 6 righe e mezzo, occorre toccare alcuni aspetti che potrebbero interessare chi sta leggendo.
Continuerei, quindi, esplicitando nell'ordine:

- “perché mi propongo”;
-“cosa potrei fare e quali sono le mie disponibilità” cercando di trovare più punti di contatto rispetto alla realtà lavorativa alla quale mi sto proponendo;
- toccherei poi l’argomento “motivazione” -cioè “il perché” voglio andare a lavorare lì-;
- per finire, saluterei rilanciando per un incontro conoscitivo.

Il tutto verrebbe fuori all'incirca nel seguente modo:
Mi chiamo Davide Marino, ho xx anni, abito xx, sono laureato in xx, da xx anni lavoro come orientatore occupandomi di xxx, attualmente in cassaintegrazione -quindi portatore di sgravi fiscali-, sono molto interessato alla vostra inserzione xxx perchè xxx, nel corso degli anni ho svolto xxx con le mansioni di xxx.  Vorrei a collaborare con la Vs azienda perchè xxx.
RingraziandoVi per la gentile attenzione, resto a disposizione per un eventuale colloquio conoscitivo.
Cordiali saluti
Davide Marino".

Ora prova a scrivere tu una lettera di presentazione. Prendi il modello sopra proposto sopra e inserisci i tuoi dati, cercando passo passo di raccontarti.

Quindi potrebbere venire così: "Mi chiamo ….................., ho …... anni, abito …......, sono ….........(se hai fatto degli studi particolari inseriscili qui, sennò salta pure), da xx anni lavoro come ….... (inserisci il tuo ruolo professionale. Se non hai ancora lavorato salta pure) occupandomi di xxx (inserisci quali mansioni avevi, non tutte, se ne hai di simili al lavoro per cui ti stai proponendo…mettile), attualmente xxx (occupato, disoccupato, in mobilità, in cassaintegrazione ecc. vedi tu. Se sei appartenente alle catogorie protette puoi inserirlo qui) e sono molto interessato alla vostra inserzione perchè…...(qui metti la motivazione che hai ad andare in quel posto a lavorare, cosa puoi offrire, le tue disponibilità ecc.)Vorrei a collaborare con la Vs azienda perchè xxx.
RingraziandoVi per la gentile attenzione, resto a disposizione per un eventuale colloquio conoscitivo.
Cordiali saluti

Riassumendo.

In queste poche parole ho detto alcune cose per invogliare la persona a leggere il curriculum. Tra le righe di una lettera di presentazione sto praticamente lasciando intendere questo: “ehi, leggimi! Come lavoratore e come persona faccio al caso tuo, ecco le mie qualità…”.
Dovresti immaginare la lettera di presentazione come una bella vetrina. Se stai passando davanti ad un negozio e vieni colpito da ciò che propone, ti farai certo un’idea di quello che puoi trovare dentro, che può offrirti, di quanto è in linea con i tuoi gusti e del tuo portafogli; viceversa, se viene offerta un’immagine poco piacevole, non in sintonia con te, la vetrina servirà per farti accelerare il passo e andartene.
Chi leggerà la tua lettera dovrà quindi fermarsi incuriosito, già predisposto a valutare il tuo curriculum con una certa attenzione.
A presto!