sabato 24 novembre 2012

IL CURRICULUM E' SOLO IL PUNTO DI PARTENZA

Il curriculum è solo il punto di partenza...
Il curriculum è lo strumento che racconta di te, dice delle tue esperienze, gli studi che hai fatto, le disponibilità, le motivazioni. Non ci vuole molto tempo a compilare su di un foglio questi aspetti; il rischio che però si corre è quello di trasmettere cose ripetitive, dette nello stesso modo da migliaia di persone, per questo un po' anonime. Il lavoro da fare allora consisterà nel portare in giro una  presentazione capace di parlare al tuo posto, anche quando non ci sei. Il curriculum dovrà quindi essere:
-chiaro;
-leggibile;
-archiviabile (quindi con al suo interno l'autorizzazione al trattamento dei dati sensibili)
-efficace.
Se non hai ancora compilato un curriculum puoi scaricare il format su internet, direttamente in formato europeo (che è il modello più utilizzato, specie dalle agenzie per il lavoro). Basta andare su google e scrivere “cv europass”. Una volta dentro il sito, puoi entrare nell'area dei download e salvarlo sul desktop per lavorarci poi con calma. Nel caso avessi delle difficoltà, puoi anche scaricare le istruzioni.
Esistono poi anche altri tipi di format scaricabili da internet. Sono modelli -magari- meno ordinati che però offrono la possibilità di esprimersi maggiormente. Se ne posso scegliere a seconda delle proprie esigenze sul sito:

www.cvlavoro.com/modelli-curriculum-in-italiano.html


Quando hai a disposizione il curriculum e devi completarlo ricordati sempre di questa regola: "tu sei tu" anche se hai fatto un lavoro ripetitivo e simile a molte altre persone, non esiste nessuno uguale a te.
Devi far emergere le tue capacità e peculiarità, cioè valorizzare e comunicare al meglio le tue esperienze. Alcuni obiettivi sono chiaramente simili a molte persone (voler guadagnare, trovare stabilità, fare carriera, farsi una famiglia ecc.) ma non esiste una persona sulla faccia della terra che sia uguale ad un’altra, per esperienze di vita, motivazioni, valori ecc. Proprio per questo, per come racconterai la tua esperienza, farà la differenza.

Un esempio.
Spesso, quando mi trovo a dialogare con chi cerca lavoro, alla domanda che pongo: “di cosa ti occupi?” sinteticamente la persona risponde: “operaio”, “muratore”, “impiegato” ecc.. Detto così non va bene, è troppo stringato. Capisco che l’essere chiari e precisi può apparire apprezzabile, ma in questo caso è importante che la persona sappia trasmettere le cose che sa fare, in modo di comunicare cosa potrà fare nella sua nuova postazione lavorativa.
Tradotto. Devi farti comprendere al meglio e trasmettere, alle persone che avrai davanti, chi sei e in quali ambiti puoi andare a lavorare. Qualunque esperienza hai fatto, impara a guardarla da vicino, riconoscerla quindi in tutte le cose che ti ha arricchito e poi....trasmettile!


Esempio concreto.
Facciamo finta che hai lavorato in una mensa.
a) Iniziamo a fare l’elenco delle cose che facevi. In questo caso potrebbero essere: fare sbaraglio/pulizia dei tavoli e utilizzo del registratore di cassa.
b) Poi, chiediamoci, avevi contatto con i clienti? La risposta è “Si”? Bene! Inseriscilo nelle tue competenze (-se la risposta è “NO” va bene ugualmente, ci serve come ragionamento :-) prendilo solo come uno spunto!-).
c) Ora, guarda questa esperienza da vicino e chiediti: “come posso raccontarla e far capire che potrei fare altri lavori oltre a questo?”.
d) Enfatizza in modo chiaro e ponderato le attività che facevi.
e) Dai loro un nome e spiega in cosa consistevano.
Tornando all'esempio, il “contatto con i clienti” una volta sviscerato potrebbe diventare: capacità di relazionarsi con gli altri, saper gestire lo stress,  negoziare. Il fatto che ti occupavi della “pulizia dei tavoli” potrebbe invece denotare una certa capacità nel fare ordine, di avere resistenza fisica ecc.. E' così? Mettilo sul curriculum e preparati a raccontarlo nel colloquio (naturalmente non ti sto esortando a dire cose non vere ma di raccontare ciò che hai fatto, osservando la cosa da più da vicino)... E così via.
Cerca di descrivere al meglio la tue esperienze lavorative per trovare il perimetro delle competenze che hai maturato.
Di seguito troverai una griglia che potrà aiutarti a resocontare le tue esperienze. Prima di compilarla, vorrei però spiegarti la differenza tra conoscenze e competenze; successivamente, cosa si intende per competenze tecniche e competenze trasversali-; servirà a mettere a fuoco, e nel posto giusto, cosa sai fare.


L'insieme delle competenze trasversali maturate costituisce un bagaglio essenziale da raccontare, perchè potrà aprirti sia le porte ad impieghi analoghi a quelli già svolti che a nuove occupazioni.

 

Conoscenze: sono ciò che sappiamo, che abbiamo studiato, visto, letto, ma che non necessariamente abbiamo messo in pratica.
Competenze: sono l’insieme delle cose che so’ e che so’ mettere in pratica.
Competenze tecniche (dette anche hard Skills): riguardano cose come le attrezzature che si sanno usare (pc, macchinari ecc.), le conoscenze pratiche o intellettuali riguardanti aspetti pratici del lavoro. Sono competenze specifiche legate direttamente ad una professiona in particolare.
Competenze trasversali (dette soft skills): sono le competenze utili in tutte le professioni. Tra le altre possiamo annoverare: le capacità relazionali, quelle di negoziazione, di organizzative, l'empatia ecc. Sono aspetti della persona che appaiono utilizzabili in più contesti lavorativi, cioè quelle competenze che potresti mettere in campo in più posti, anche differenti l'uno dall'altro. Requisiti come: resistenza, flessibilità, intuizione li puoi portare ovunque, no? Quindi fai attenzione perchè spesso sono proprio questi che possono aiutarti ad entrare in un nuovo contesto lavorativo, anche se non hai dirette esperienze dell’ambito.


Faccio un esempio.
Molti ragazzi entrano nel mondo del lavoro con una preparazione “scolastica”, appresa sui banchi di scuola e mai -o poco- messa in pratica. Occorrerà un po’ di tempo per far si che imparino a “lavorare” con i giusti tempi, a rapportarsi nel modo idoneo con i colleghi. Questo aspetto potremmo chiamarlo competenza trasversale. Ora, prova a chiederti: “cosa ho imparato a fare in questi anni di lavoro o studio, a parte la conoscenza pratica (-cioè le cose pratiche/tecniche-)?”. Magari ti rapportavi con clienti o dei colleghi, avevi turni e dovevi gestirti più cose, ecc. Ecco anche queste sono competenze trasversali che hai maturato e che puoi raccontare su di un curriculum, sulla lettera di presentazione e/o durante i tuoi colloqui.


Scheda sulle competenze.
Prima di iniziare ricorda alcune cose. Non dovrai trascrivere sul curriculum tutte le cose che ti verranno in mente. Utilizza la griglia per tirare fuori parole utili, e poi scegli quali ti rappresentano di più. Servono un po' come palestra per allenarti a riconoscere e dare un nome alle tue capacità, descrivendole al meglio. Non dare niente per scontato. Spesso ti troverai di fronte persone che non sanno nulla del tuo lavoro, pagate per selezionare del personale secondo indicazioni ricevute dalle aziende clienti, che non conoscono direttamente il mondo lavorativo dal quale provieni; proprio per questo sarà importante far capire, senza lasciare niente al caso, ciò che porti con te, in termini di esperienze e competenze.
La griglia che di seguito propongo ti potrà servire a fare un breve resoconto di ciò che conosci bene e ciò che ti motiva; a volte lo diamo talmente per scontato da non accorgerci di avere delle competenze e che, queste, hanno anche un mercato.

                                                 LA SCHEDA

COMPETENZE TECNICHE. STRUMENTI CHE HO IMPARATO AD USARE.









COSE CHE SO FARE NEL MIO LAVORO:









COMPETENZE TRASVERSALI.
MI RAPPORTAVO CON (CLIENTI, COLLEGHI ECC.):



COSE CHE FACEVO DURANTE AL LAVORO E CHE POTREI FARE ANCHE IN ALTRI AMBITI:








COMPETENZE EXTRALAVORATIVE.COSE CHE SO FARE OLTRE AL MIO LAVORO (per es. manutenzione, decoupage, verniciare, riparare, relazionarsi con tanta gente, aggiustareutilizzare il pc, fare giardinaggio ecc.):









COSE CHE FACCIO A CASA E/O NEL TEMPO LIBERO E CHE POTREBBERO TORNARE UTILI IN AMBITO LAVORATIVO:











Ecco qui...terminato!
Ora, riguardate il vostro curriculum e provate a fare le aggiunte del caso: risulterà più chiaro e spendibile.
A presto!

domenica 11 novembre 2012

COMUNICARE IL PROPRIO VALORE...A TUTTE LE ETA'!


Nel blog abbiamo già parlato dei canali e dell'atteggiamento che dovremmo avere  per la nostra ricerca.
Ora, ha senso ragionare su come comunichiamo perchè spesso lo diamo per scontato, rischiando di non far sapere chiaramente: 
- cosa sappiamo fare;
- quali sono i nostri desideri;
- quali i nostri obiettivi;
- quali le motivazioni che ci spingono a cercare in una determinata azienda;
- quali sono le nostre disponibilità, 
- cosa non vogliamo ecc.
Dobbiamo dunque riflettere su come comunichiamo di noi stessi, chiarendo bene chi siamo e cosa vogliamo: chiarito chi sei (al tuo interlocutore) sarai più "identificabile" e per questo spendibile.

Ieri, oggi e domani...
Veniamo da una contesto socioculturale dove, fino pochi anni fa, si entrava nel mondo del lavoro in età adolescenziale (o anche prima) rimanendoci molto a lungo, spesso fino alla pensione. Ora non è più così. Nell'arco di una vita è -e sarà sempre più facile- cambiare diverse volte, per tante ragioni. Da anni, infatti, le aziende sanno che ci sono in giro persone di tutte le età che cercano lavoro; i motivi possono essere: la modifica delle condizioni contrattuali; l'allungamento dell'aspettativa di vita biologica e lavorativa; gli obiettivi personali ed aziendali che, in molti casi, hanno preso risvolti impensabili fino a qualche decennio fa. 
Quello che in futuro dovrà sicuramente andare a modificarsi sarà quindi, non solo il modo facile con cui si esce dal mercato del lavoro, ma la possibilità di rientrarvi perchè la flessibilità che abbiamo oggi non è sempre un vantaggio, anzi. 

L'idea di creare un mondo del lavoro altamente ricettivo, capace di offrire effettive possibilità di cambiamento sarà, credo -almeno in un futuro prossimo quando si realizzerà del tutto-, una bellissima cosa; purtroppo attualmente questo non è favorito per via di controverse politiche del lavoro, una forte burocrazia ed certa mentalità che risulta ancorata su modelli arcaici della società e dell'individuo.
A questo punto dobbiamo credere, e un po' sperare, che in futuro “cambiare” non sarà sinonimo di “ripartire daccapo ogni volta”. Pensiamo, per essere propositivi, al già citato esempio del temporale, su cui non possiamo agire direttamente ma contro il quale possiamo attrezzarci con ombrello e impermeabile se dobbiamo uscire per forza (dobbiamo quindi definire, per la nostra ricerca, quali saranno i nostri personali attrezzi, i nostri strumenti).                                                 
Fatta questa doverosa premessa, che vorrebbe essere da monito al fatto che non dobbiamo accanirci per forza verso un'unica direzione -adoperandoci in comportamenti cristallizzati- cercando ciò che non c'è! Ora, andiamo al nostro metodo.

Pensa un attimo a questa domanda (anche se non fai parte della categoria “over 50”).    “Come far capire in che modo cercare lavoro sopratutto a chi, per decenni, non lo ha fatto perché già lavorava ?”.
Risposta. Purtroppo molte persone spesso si trovano a pensare cose del tipo: “se un'azienda vede una persona avanti con gli anni come me, che cerca lavoro, penserà che non so lavorare”, “penserà che non valgo”, “che mi avranno cacciato perché ho combinato qualcosa, qualche danno”. Avranno, poi, ai primi rifiuti, idee distorte su quello che offre il mercato, convinzioni del tipo: “non c’è nulla”, “non c’è lavoro”, “cercano solo ragazzini, non gente come me che ha 50 anni”. Occorre ribadire che non è sempre così! Le aziende ormai selezionano persone di tutte le età, quindi tutti possono trovare un’occupazione, perché a tutte le età ci sono persone valide che, per vari motivi, non stanno lavorando.


Non voglio dire che sia semplice trovare che, chiavi in mano, una persona ottiene un lavoro sempre e comunque. Vorrei solo di mettere in guardia dall'abbattersi troppo. Le informazioni su quello che offre il mercato, a volte -e a parer mio-, sono un po’ distorsive e non sempre andrebbero prese alla lettera. Difatti, di questi tempi, vedo assumere gente: persone di tutte le età che stipulano contratti sia a tempo determinato che indeterminato. Certamente per molti sarà necessario riflettere su ciò che realmente vanno cercando, sia sul tipo di lavoro che desiderano sia la tipologia contrattuale, per ricalibrare e realizzare le vere possibilità che possono esserci: ci sono effettivamente settori che stanno peggio di altri, pertanto occorrà conoscere le disponibilità che il mercato realmente può offrire.
Sono partito dal caso particolare di chi ha già una certa età perché spesso appare essere la situazione più difficile da modificare ma, naturalmente, quanto sto dicendo in queste righe è valido anche per le altre stagioni della vita lavorativa.

Detto questo... Credo che per cercare bene oggi si debba lavorare su come trasmettere al meglio la propria professionalità, le proprie competenze e motivazioni in modo chiaro ed efficace.
Dal prossimo post, quindi, ci occuperemo di come comuicare noi stessi sul mercato del lavoro che, come già accennato più volte, ..."è un lavoro"!
A presto!

martedì 6 novembre 2012

CERCARE NEL POSTO GIUSTO

Ecco un breve resoconto dei canali utili per la nostra ricerca.
Per ognuno ci sono indicazioni su:
- come usarli;
- cosa ci possiamo aspettare;
- le domande che dobbiamo porre (sia "al canale" che a noi stessi).


Centri per L’Impiego
Sono i vecchi uffici di collocamento, occorre andare ad iscriversi per ufficializzare la propria disoccupazione.
Le persone vengono inserite in un elenco anagrafico. Ai lavoratori iscritti viene poi rilasciata la scheda professionale dove vanno inserite le informazioni inerenti alle esperienze formative e professionali.
Per favorire l'incontro tra domanda ed offerta i centri per l'impiego periodicamente incontrano i lavoratori per svolgere colloqui di orientamento (entro 3 mesi dall'inizio di disoccupazione) e, quando ne hanno l'occasione, dovrebbero proporre iniziative di formazione ed inserimento lavorativo.
Sono in tutte le città e lì è possibile avere:
- Informazioni su bandi (fondi, doti, ecc.) in essere sul territorio che possono aiutare la persona ad orientarsi nella ricerca.
- Aiuto nella stesura del curriculum.
- Indirizzi di aziende che hanno posizioni lavorative scoperte.
- Avere informazioni sulle agenzie per il lavoro sul territorio, sulla formazione, sui servizi.


Giornali
Ogni zona ha i suoi giornali di riferimento, sia quotidiani che giornali periodici.
Per non comprarli  tutti i giorni -e quindi avere spese notevoli- puoi andare nelle biblioteche della tua città; in esse c’è l’angolo dell’emeroteca, cioè lo spazio dove vengono tenuti a disposizione i giornali per la consultazione gratuita.
A quel punto dovresti:
1) segnare il giorno che in cui escono le inserzioni -ogni giornale ha un suo giorno specifico-. In  alcuni casi  le inserzioni escono tutti i giorni, in altri solo nei giorni prestabiliti;
2) guarda nelle pagine locali se ci sono nuove situazioni particolarmente interessanti, del tipo: apertura di aziende, centri commerciali, nomi di responsabili del personale, inserzioni (saranno utili per mindirizzare al meglio le tue candidature). 
 

Agenzie per il Lavoro
Per chi cerca, le Agenzie per il Lavoro sono molto importanti in particolar modo per due ragioni.
1) Hanno aziende clienti (di tutte le tipologie), ovvero aziende che necessitano di personale. Se ti iscrivi, quando il tuo profilo verrà ritenuto idoneo, sarai contattato per fare colloqui: nel caso la tua selezione andasse a buon fine potresti esser assunto direttamente (in questo caso l'agenzia si sarà occupata solo della selezione); oppure, se assunto tramite agenzia per il lavoro, si tratterà di un contratto di somministrazione e la sua durata potrà variare a seconda del bisogno dell’azienda.
2) Nelle agenzie ci sono persone addette alle politiche attive. Queste sono a disposizione per fornire informazioni circa la ricerca di lavoro. Reperiscono curriculum perché, generalmente, seguono i bandi -europei, nazionali, regionali o provinciali- che finanziano aiuti per le persone in cerca di un'occupazione, tirocinii e/o formazione. Nel caso non ci fossero subito situazioni utili, se darai la tua disponibilità, nel momento in cui “verrà fuori qualcosa” potresti essere ricontattato per partecipare alle iniziative che utili al raggiungimento del tuo obiettivo professionale.
Inoltre, il personale che si occupa di politiche attive è a stretto contatto con chi stipula contratti di lavoro tra agenzia e aziende, quindi può:
a) avere ben presente i bisogni delle aziende sul territorio ed essere un'ottima fonte di informazioni;
b) veicolare il tuo curriculum.


Suggerimento...
Un atteggiamento importante quando vai a portare il tuo curriculum potrebbe essere il seguente...
D'ora in avanti, quando ti rechi in un’Agenzia per il lavoro fai le seguenti domande:     
-”Ci sono bandi, doti, progetti per aiutarmi a trovare lavoro?”; (Se non ci sono bandi, ora, puoi chiedere quando usciranno);
-(A seconda del tuo profilo) "Avete aziende clienti dove il mio profilo potrebbe essere speso?”.
Pensa tu ad altre domande. Non dico di tempestare l'addetto che ti trovi davanti ma di raccogliere informazioni. Fatti trovare curioso di capire, capace di metterti in gioco e fai chiarezza sulle tue disponibilità. Queste cose aumenteranno il grado di attenzione nei tuoi confronti; la gente si ricorderà di te al momento in cui ci saranno situazioni interessanti, specie se avrai fatto buona impressione".


Aziende
Ogni azienda è un luogo di incontro tra tante realtà lavorative.
Io, se dovessi andare a  lavorare, ad esempio, in una casa di riposo, dovrei tenere presente che sarebbe poco proficuo limitarmi ad inviare il curriculum lì ed aspettare di essere chiamato. Infatti, nella casa di riposo -come in altre situazioni-, vi sono diverse possibilità di essere assunti, non necessariamente in modo diretto dalla stessa.
Allora, come devo comportarmi?”, ti chiederai. 
Risposta. Devi farti -e fare- delle domande su come questa casa di riposo assume perché, trovando i vari accessi al suo interno, troverai il modo di arrivare nel posto giusto al momento giusto.

L’esempio che ora sto per proporre, vuole offrirti delle dritte su come muoverti; può valere per un’infinità  di altri tipi di azienda.Seguendo l’ipotesi di dover cercare lavoro presso una casa di riposo, allora, ecco alcune cose che dovresti fare.
Domandando scopriresti che al suo interno potrebbero esserci: cooperative, agenzie per il lavoro, associazioni, dipendenti diretti, liberi professionisti ecc. Quindi, come nel caso  delle agenzie per il lavoro, vale il suggerimento di andare là per chiedere come accedere a queste realtà e, così, entrarvi.
In questa realtà le domande potrebbero essere:
- “quali cooperative lavorano qui?”;
- “quali agenzie per il lavoro?”;
- “a chi devo propormi per provare a candidarmi?”;
- “Lei mi dice che ora non avete bisogno ma, quando avete bisogno, a chi vi rivolgete?”.
A questo punto potresti andare a proporti e/o iscriverti nel posto più idoneo, quello effettivamente dedito alle ricerche che più ti interessano: -andrai, così, alla fonte di chi assume per la casa di riposo.


Un immagine.
L’azienda puoi pensarla come una casa con tante porte, diverse per tipo e dimensioni. L’importante per noi è entrare quindi, se la porta “principale” è chiusa o c’è qualcuno che ne ostruisce l’ingresso, ti devi ingegnare su come accedere.
In questo caso le nostre porte saranno: conoscenti, internet, la receptionist, la posta ordinaria, il fax, ecc. Domandati: "da dove potrei iniziare?”... E POI INIZIA!
A presto!