giovedì 27 dicembre 2012

CHI BEN COMUNICA...SECONDA PARTE

Un altro aspetto importante, che può essere utile ai fini delle nostre ricerche, consiste nel rammentare che il significato della comunicazione sta nel risultato che otteniamo, non tanto nelle intenzioni che abbiamo in una determinata situazione. Può capitare, infatti, di dire una cosa per avere un effetto ed ottenere l'opposto.
Un esempio, anche se extra lavorativo,  molto concreto: invito una persona a mangiare un piatto cucinato da me. Dunque, vorrei fare una sorpresa pensando sia gradita (intenzione) però, una volta che l’ospite ha finito di mangiare il piatto si gonfia come una palla e finisce la serata all’ospedale (risultato). Cosa centra con le nostre ricerche? Domandati: "quante volte ho inviato curriculum per trovare lavoro (intenzione) e quante volte ho avuto risposta (risultato)?". Fai una sommaria statistica tra lo scarto degli invii e le risposte ottenute: cioè, se risulta che gli invii sono molti di più rispetto alle risposte chiediti quanto, ad oggi, hai badato realmente al risultato e non all' intenzione.
Un esempio di intenzione che non si traduce in risultato, questa volta in ambito "ricerca di lavoro". Se mando tremila curriculum nel giro di sei mesi ma non ho avuto risposta, può voler dire che l'intenzione nel cercare c'è ma il risultato no, ovviamente. A questo punto potrò fare due cose: o cambio modo di propormi, cercando di trovare nuove strategie per far si che il curriculum venga valutato positivamente, oppure, continuo a mandare curriculum senza fare modifiche confidando nella buona sorte. Quindi, riassumendo, le intenzioni contano sicuramente ma da sole non bastano, contano -maggiormente e banalmente- i risultati.

Un altro aspetto importantissimo, che non dobbiamo mai sottovalutare, consiste nel realizzare che le idee che abbiamo in testa, rispetto un qualunque concetto, non sono mai coincidenti al 100% con quello che le altre persone pensano sulla stessa cosa.
Per esempio. Hai mai cercato di spiegare ad un turista dove si trova una piazza o una strada, di una città, che tu conosci bene? Per aiutare il turista dovrai fornirgli spiegazioni dettagliate, spiegando passo passo cosa dovrà fare, altrimenti andrà a perdersi. Il tutto risulterà ancora più difficile se non avrà con sé una cartina topografica, occorrerà fornire ulteriori punti di riferimento, spiegando cosa troverà sul suo cammino per aiutarlo ad orientarsi finché non sarà giunto a destinazione.
Potremmo quindi dire che la
la cartina topografica che hai in testa (la tua mappa mentale) non è una realtà condivisa finché, a parole, gesti ecc. non riuscirai a trasmettergli ciò che intendi, in modo abbastanza chiaro da farti capire. Ci vorranno molte parole per far si che tu ed il turista vi capiate, e forse mai del tutto. Potremmo così dire che la nostra realtà mentale (mappa) non è la realtà valida per tutti
(territorio): non perché la realtà non esista, ma perché esiste un’idea che ci siamo fatti sulle cose (pre-giudizi) che va ad inficiare concretamente su quanto è realmente. E’ come se ognuno di noi avesse un paio di occhiali con le lenti di colore diverso dagli altri: tutti vediamo il mondo con le sue forme, i suoi contorni, la profondità, ma spesso con sfumature, emozioni, tonalità e colori diverse da chi ci sta vicino. Come dicono molti illustri esperti di comunicazione: “la mappa non è il territorio1

Perché ti dico questo e
perché lo metto in relazione con la tua ricerca del lavoro? Perché se non spiegherai bene cosa vai cercando, cosa hai fatto e cosa potresti fare, le parole dall’altra parte non potranno mai essere comprese appieno. Cerca quindi di chiarirti cosa dire e come dirlo. Esercitati a fare descrizioni delle tue competenze, perché poi dovrai trasmetterle. E ricorda. In uno scambio comunicativo non sono tanto applicabili le categorie di vero/falso, quanto piuttosto di felicità/infelicità nello scambio (del nostro caso, di assunzione o non assunzione in un posto di lavoro).
IN SINTESI.
Tutta la comunicazione passa attraverso tre modalità: verbale, paraverbali, non verbale.
-LINGUAGGIO VERBALE: COSA DICO (CONTENUTO) parole, corretto utilizzo dei termini e del linguaggio.

-
LINGUAGGIO PARAVERBALE
: (RELAZIONE) - tono, pause dialogiche, spinte ed accelerazioni, elementi prosodici (come la ripetizione delle stesse parole), velocità, timbro, volume, inflessioni dialettali.

-
LINGUAGGIO NON VERBALE
: (RELAZIONE) - postura, atteggiamento, gestualità, mimica facciale, respirazione, gestione dello spazio (prossemica), olfatto.Ne deriva che è impossibile non comunicare, come anticipavo prima. Anche nel momento in cui non desidero comunicare, implicitamente, attraverso la relazione -cioè il rapporto che ho con l’altra persona e nel modo in cui mi comporto- manifesto una qualche forma di messaggio.

Detto questo. Messo a fuoco alcuni spunti su come comunichiamo, quali sono i canali e cosa comunicare, da qui a poco cercheremo di applicare quanto detto sulla comunicazione alle nostre attività di ricerca di lavoro.
A presto!
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1 G.Bateson, Mente e natura, Aldephi, 1984, Milano. Bateson riprende qui le riflessioni di Alfred Korzybski nel suo libro ‘Science and Sanity’ (1933), il quale afferma: “Fin dall’infanzia veniamo programmati a seguire una mappa di comportamenti che danno forma alla nostra personalità e alle nostre idee sulla vita e sugli altri. Ciascun individuo funziona a partire da una certa mappa del mondo, da come vede la realtà e dalle esperienze passate. Ognuno legge la realta’ col suo filtro. Le nostre rappresentazioni mentali, le nostre descrizioni, non sono la realtà, e la mappa non è il territorio”. Ognuno di noi vede una realtà propria (mappa) ma è importante ricordare che non è la realtà (oggettiva) valida per tutti (territorio).

lunedì 24 dicembre 2012

COMUNICARE SE STESSI...CHI BEN COMUNICA E' PIU' DI META' DELL'OPERA

Per ben comunicare…
Prima di affrontare il modo in cui è opportuno comunicare le proprie competenze, penso sia utile, al riguardo, dare alcune indicazioni su come ci relazioniamo in generale.

Per fare la differenza nella tua ricerca dobbiamo parlare assieme -un attimo- di comunicazione, perché anch'essa non va improvvisata. Se prendi qualche spunto su quanto sto per dirti e, successivamente, lo calerai nel tuo modo di “parlare” all’azienda, potrai acquisire elementi utili ad aumentare l’efficacia delle tue ricerche.

Per iniziare, occorre che ti fermi un attimo ad interrogare te stesso su come comunichi. Pensa bene a quest’affermazione: “qualunque cosa facciamo o non facciamo, in un determinato momento, è sempre un atto comunicativo”. Tutto è comunicazione[1]...anche quando non parli. Sei d’accordo? Il parlare, il tipo di abbigliamento, i gesti che fai, lo sguardo, il silenzio ecc. sono tutti elementi del tuo comunicare.
Se, ad esempio, entri in una sala d’aspetto dal tuo dentista e le persone sono in silenzio che leggono qualche rivista o fissano il muro, puoi vedere la loro volontà di “non comunicare”. E’ paradossale ma è così, anche quando stai zitto -e non parli- comunichi qualcosa: che lo vogliamo o no, qualunque atto, è comunicazione. E non è, necessariamente, un atto consapevole.

Perché ci interessa per la nostra ricerca? Perché, in ogni momento -anche prima di parlare- stiamo dicendo di noi. Quindi, per prima cosa, dobbiamo ricordarci che nel modo i cui presenteremo la nostra candidatura sarà molto influente, cioè se vado vestito male all’appuntamento, arrivo in ritardo senza giustificazioni o entro in un ufficio per fare un colloquio parlando al cellulare facendo gesti del tipo “aspetta un attimo, ora mi libero”, sto comunicando in modo non propriamente corretto, anche se con le parole non ho ancora detto nulla.

La comunicazione, dal latino comunico, significa condivisione; non significa "mandare messaggi", ma va intesa come un atto sociale e reciproco di partecipazione, mediato dall'uso di simboli significativi tra individui e gruppi diversi. Quindi: comunicare è: interagire, mettere in comune, mettere in relazione.

Faccio ordine.
La comunicazione è in sintesi un processo circolare che prevede i seguenti elementi[2]:
- l'emittente, o fonte di trasmissione, è il soggetto da cui la comunicazione viene prodotta. L'emittente è caratterizzato e condizionato dalla propria cultura, da propri interessi, dal proprio linguaggio, da risorse e strumenti che ha a disposizione, dalla propria esperienza passata e dalla conoscenza che ha rispetto al contesto e agli interlocutori;
- il messaggio è rappresentato dai contenuti e significati che l'emittente vuole trasmettere al destinatario:
canale è il mezzo che viene utilizzato per la trasmissione del messaggio (giornali, radio, televisione, voce...);
- il codice è l'insieme di regole convenzionali utilizzate per esprimere il messaggio (ad esempio, la lingua madre, il linguaggio gergale utilizzato all'interno di un gruppo giovanile, l'alfabeto dei sordomuti o il braille per i non vedenti);
- il destinatario è il soggetto a cui il messaggio viene rivolto; anch'egli è caratterizzato da cultura, linguaggi, esperienze e strumenti propri
- il feedback rappresenta il "messaggio di ritorno" dal destinatario all'emittente. Esso consente di verificare che il messaggio è giunto a destinazione ed è stato compreso.
- Il contesto della comunicazione è il luogo fisico dove avvengono gli scambi.

Ricapitoliamo su questo spunto.
Ho illustrato l'elenco degli elementi della comunicazione perchè tu possa vedere, da vicino, quante e quali parti del processo sono coinvolte. Ogni elemento proposto corrisponde, nella ricerca di lavoro, ad una variabile che può essere modificata e potenziata.

Per esempio.
Emittente: potresti essere tu che cerchi;
Destinatario: sarà, allora, il datore di lavoro che riceve il tuo curriculum;
Messaggio: è quello che vuoi portare all'azienda (quindi al datore di lavoro).Ovvero, le tue competenze, le disponibilità, che stai cercando lavoro, le tue motivazioni ecc.
Il canale: come abbiamo gia visto, potrebbero essere molti -internet, fax, passaparola ecc.-
Il Feedback: è la rispostà che il datore di lavoro darà -o non darà- dopo che tu ti sarai proposto per un impiego.
Contesto: in questo caso, sarà l'azienda dove ti stai proponendo.

Questo schema ci servirà per riconoscere gli elementi della tua ricerca e, così, provare a migliorarli. Se ci sono degli intoppi a livello comunicativo, saranno in una di queste variabili che ti ho elencato: occorrerà capire su cosa dobbiamo agire per  cercare di invertire la tendenza.

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1. In questa parte, per argomentare “la comunicazione”, propongo gli spunti esposti dal pensiero della scuola di Palo Alto, dove venne elaborata una teoria della comunicazione dagli anni 60 e che troviamo esposta nel libro “Pragmatica della comunicazione umana”, di Watzlavick, J.H.Beavin, D.D.Jackson, Pragmatica della comunicazione umana, Astrolabio, 1971.Tutto ciò non ti deve spaventare, è solo un modo per approfondire-di un po'- questo delicato aspetto tanto importante. Ma non è essenziale diventare esperti di comunicazione, e non voglio caricarti di informazioni che possono appesantire la tua ricerca.. Mi limito a dirti alcune cose che potranno tornarti utili. Vedi tu se approfondire.

2.A.Polmonari, N.Cavazza, M.Rubini, Psicologia Sociale, Il mulino, Bologna 2002.

mercoledì 12 dicembre 2012

...E LA LETTERA DI PRESENTAZIONE NON E'..

La lettera di presentazione non...è il curriculum
Il curriculum è la tua carta d’identità professionale, in esso va messo ciò che hai fatto nel tuo lavoro, gli studi e alcuni aspetti della tua vita privata (interessi, capacità, conoscenza delle lingue ecc.).
A questo punto, potresti chiederti: “ma allora, se scrivo il curriculum e metto tutte le informazioni che mi chiede, a cosa serve la lettera di presentazione?”.
Una volta la lettera di presentazione inziava grosso modo così: “con la presente vengo a sottoporre alla vostra cortese attenzione..ecc ecc.”.
Ora -almeno io la penso così- la lettera deve essere come “un cavallo di Troia” cioè deve entrare nell’attenzione di chi legge per incuriosire e per far sì che "l'interessato tuo" sia interessato davvero!.. prendendo poi in mano il curriculum. Questo non vuol dire che deve avere i fuochi artificiali, le luci, oppure affermare cose che non stanno né in cielo né in terra, ma che in breve (al massimo in 10 righe circa) dica chi sei, cosa fai, la tua situazione, perché scrivi e invii il curriculum.

N.B. 
Nella lettera di presentazione, generalmente, si mette  un “oggetto”: dove andiamo andicare il tipo di candidatura.
-Se la tua è un' “autocandidatura”, ti stai proponendo senza rispondere ad un’inserzione specifica, provando, per vedere se l’azienda ha bisogno.
-Se stai rispondendo ad un annuncio -risposta ad una inserzione-, vuol dire che hai visto una qualche offerta e ti interessa. In questi casi devi mettere il riferimento che troverai per far capire a cosa ti stai candidando.

Le prime sono righe sono paragonabili alla cornice di un quadro. Se la cornice è bella, allora il quadro sarà valorizzato; questo esempio calza perché con le indicazioni preliminari che offri  inquadri la tua situazione offrendo riferimenti chiare ad indicare chi sei.

Ecco un esempio di presentazione.
Tralasciando la disposizione grafica -l'oggetto e le indicazioni quali: l'indirizzo, il destinatario ecc.- nei contenuti potrebbe presentarsi così: 
Mi chiamo Davide Marino, ho xx anni, abito xx, sono laureato in xx, da xx anni lavoro come orientatore occupandomi di xxx, attualmente sono in cassaintegrazione -quindi portatore di sgravi fiscali-".
A questo punto, dato che abbiamo a disposizione ancora circa 6 righe e mezzo, occorre toccare alcuni aspetti che potrebbero interessare chi sta leggendo.
Continuerei, quindi, esplicitando nell'ordine:

- “perché mi propongo”;
-“cosa potrei fare e quali sono le mie disponibilità” cercando di trovare più punti di contatto rispetto alla realtà lavorativa alla quale mi sto proponendo;
- toccherei poi l’argomento “motivazione” -cioè “il perché” voglio andare a lavorare lì-;
- per finire, saluterei rilanciando per un incontro conoscitivo.

Il tutto verrebbe fuori all'incirca nel seguente modo:
Mi chiamo Davide Marino, ho xx anni, abito xx, sono laureato in xx, da xx anni lavoro come orientatore occupandomi di xxx, attualmente in cassaintegrazione -quindi portatore di sgravi fiscali-, sono molto interessato alla vostra inserzione xxx perchè xxx, nel corso degli anni ho svolto xxx con le mansioni di xxx.  Vorrei a collaborare con la Vs azienda perchè xxx.
RingraziandoVi per la gentile attenzione, resto a disposizione per un eventuale colloquio conoscitivo.
Cordiali saluti
Davide Marino".

Ora prova a scrivere tu una lettera di presentazione. Prendi il modello sopra proposto sopra e inserisci i tuoi dati, cercando passo passo di raccontarti.

Quindi potrebbere venire così: "Mi chiamo ….................., ho …... anni, abito …......, sono ….........(se hai fatto degli studi particolari inseriscili qui, sennò salta pure), da xx anni lavoro come ….... (inserisci il tuo ruolo professionale. Se non hai ancora lavorato salta pure) occupandomi di xxx (inserisci quali mansioni avevi, non tutte, se ne hai di simili al lavoro per cui ti stai proponendo…mettile), attualmente xxx (occupato, disoccupato, in mobilità, in cassaintegrazione ecc. vedi tu. Se sei appartenente alle catogorie protette puoi inserirlo qui) e sono molto interessato alla vostra inserzione perchè…...(qui metti la motivazione che hai ad andare in quel posto a lavorare, cosa puoi offrire, le tue disponibilità ecc.)Vorrei a collaborare con la Vs azienda perchè xxx.
RingraziandoVi per la gentile attenzione, resto a disposizione per un eventuale colloquio conoscitivo.
Cordiali saluti

Riassumendo.

In queste poche parole ho detto alcune cose per invogliare la persona a leggere il curriculum. Tra le righe di una lettera di presentazione sto praticamente lasciando intendere questo: “ehi, leggimi! Come lavoratore e come persona faccio al caso tuo, ecco le mie qualità…”.
Dovresti immaginare la lettera di presentazione come una bella vetrina. Se stai passando davanti ad un negozio e vieni colpito da ciò che propone, ti farai certo un’idea di quello che puoi trovare dentro, che può offrirti, di quanto è in linea con i tuoi gusti e del tuo portafogli; viceversa, se viene offerta un’immagine poco piacevole, non in sintonia con te, la vetrina servirà per farti accelerare il passo e andartene.
Chi leggerà la tua lettera dovrà quindi fermarsi incuriosito, già predisposto a valutare il tuo curriculum con una certa attenzione.
A presto!

sabato 24 novembre 2012

IL CURRICULUM E' SOLO IL PUNTO DI PARTENZA

Il curriculum è solo il punto di partenza...
Il curriculum è lo strumento che racconta di te, dice delle tue esperienze, gli studi che hai fatto, le disponibilità, le motivazioni. Non ci vuole molto tempo a compilare su di un foglio questi aspetti; il rischio che però si corre è quello di trasmettere cose ripetitive, dette nello stesso modo da migliaia di persone, per questo un po' anonime. Il lavoro da fare allora consisterà nel portare in giro una  presentazione capace di parlare al tuo posto, anche quando non ci sei. Il curriculum dovrà quindi essere:
-chiaro;
-leggibile;
-archiviabile (quindi con al suo interno l'autorizzazione al trattamento dei dati sensibili)
-efficace.
Se non hai ancora compilato un curriculum puoi scaricare il format su internet, direttamente in formato europeo (che è il modello più utilizzato, specie dalle agenzie per il lavoro). Basta andare su google e scrivere “cv europass”. Una volta dentro il sito, puoi entrare nell'area dei download e salvarlo sul desktop per lavorarci poi con calma. Nel caso avessi delle difficoltà, puoi anche scaricare le istruzioni.
Esistono poi anche altri tipi di format scaricabili da internet. Sono modelli -magari- meno ordinati che però offrono la possibilità di esprimersi maggiormente. Se ne posso scegliere a seconda delle proprie esigenze sul sito:

www.cvlavoro.com/modelli-curriculum-in-italiano.html


Quando hai a disposizione il curriculum e devi completarlo ricordati sempre di questa regola: "tu sei tu" anche se hai fatto un lavoro ripetitivo e simile a molte altre persone, non esiste nessuno uguale a te.
Devi far emergere le tue capacità e peculiarità, cioè valorizzare e comunicare al meglio le tue esperienze. Alcuni obiettivi sono chiaramente simili a molte persone (voler guadagnare, trovare stabilità, fare carriera, farsi una famiglia ecc.) ma non esiste una persona sulla faccia della terra che sia uguale ad un’altra, per esperienze di vita, motivazioni, valori ecc. Proprio per questo, per come racconterai la tua esperienza, farà la differenza.

Un esempio.
Spesso, quando mi trovo a dialogare con chi cerca lavoro, alla domanda che pongo: “di cosa ti occupi?” sinteticamente la persona risponde: “operaio”, “muratore”, “impiegato” ecc.. Detto così non va bene, è troppo stringato. Capisco che l’essere chiari e precisi può apparire apprezzabile, ma in questo caso è importante che la persona sappia trasmettere le cose che sa fare, in modo di comunicare cosa potrà fare nella sua nuova postazione lavorativa.
Tradotto. Devi farti comprendere al meglio e trasmettere, alle persone che avrai davanti, chi sei e in quali ambiti puoi andare a lavorare. Qualunque esperienza hai fatto, impara a guardarla da vicino, riconoscerla quindi in tutte le cose che ti ha arricchito e poi....trasmettile!


Esempio concreto.
Facciamo finta che hai lavorato in una mensa.
a) Iniziamo a fare l’elenco delle cose che facevi. In questo caso potrebbero essere: fare sbaraglio/pulizia dei tavoli e utilizzo del registratore di cassa.
b) Poi, chiediamoci, avevi contatto con i clienti? La risposta è “Si”? Bene! Inseriscilo nelle tue competenze (-se la risposta è “NO” va bene ugualmente, ci serve come ragionamento :-) prendilo solo come uno spunto!-).
c) Ora, guarda questa esperienza da vicino e chiediti: “come posso raccontarla e far capire che potrei fare altri lavori oltre a questo?”.
d) Enfatizza in modo chiaro e ponderato le attività che facevi.
e) Dai loro un nome e spiega in cosa consistevano.
Tornando all'esempio, il “contatto con i clienti” una volta sviscerato potrebbe diventare: capacità di relazionarsi con gli altri, saper gestire lo stress,  negoziare. Il fatto che ti occupavi della “pulizia dei tavoli” potrebbe invece denotare una certa capacità nel fare ordine, di avere resistenza fisica ecc.. E' così? Mettilo sul curriculum e preparati a raccontarlo nel colloquio (naturalmente non ti sto esortando a dire cose non vere ma di raccontare ciò che hai fatto, osservando la cosa da più da vicino)... E così via.
Cerca di descrivere al meglio la tue esperienze lavorative per trovare il perimetro delle competenze che hai maturato.
Di seguito troverai una griglia che potrà aiutarti a resocontare le tue esperienze. Prima di compilarla, vorrei però spiegarti la differenza tra conoscenze e competenze; successivamente, cosa si intende per competenze tecniche e competenze trasversali-; servirà a mettere a fuoco, e nel posto giusto, cosa sai fare.


L'insieme delle competenze trasversali maturate costituisce un bagaglio essenziale da raccontare, perchè potrà aprirti sia le porte ad impieghi analoghi a quelli già svolti che a nuove occupazioni.

 

Conoscenze: sono ciò che sappiamo, che abbiamo studiato, visto, letto, ma che non necessariamente abbiamo messo in pratica.
Competenze: sono l’insieme delle cose che so’ e che so’ mettere in pratica.
Competenze tecniche (dette anche hard Skills): riguardano cose come le attrezzature che si sanno usare (pc, macchinari ecc.), le conoscenze pratiche o intellettuali riguardanti aspetti pratici del lavoro. Sono competenze specifiche legate direttamente ad una professiona in particolare.
Competenze trasversali (dette soft skills): sono le competenze utili in tutte le professioni. Tra le altre possiamo annoverare: le capacità relazionali, quelle di negoziazione, di organizzative, l'empatia ecc. Sono aspetti della persona che appaiono utilizzabili in più contesti lavorativi, cioè quelle competenze che potresti mettere in campo in più posti, anche differenti l'uno dall'altro. Requisiti come: resistenza, flessibilità, intuizione li puoi portare ovunque, no? Quindi fai attenzione perchè spesso sono proprio questi che possono aiutarti ad entrare in un nuovo contesto lavorativo, anche se non hai dirette esperienze dell’ambito.


Faccio un esempio.
Molti ragazzi entrano nel mondo del lavoro con una preparazione “scolastica”, appresa sui banchi di scuola e mai -o poco- messa in pratica. Occorrerà un po’ di tempo per far si che imparino a “lavorare” con i giusti tempi, a rapportarsi nel modo idoneo con i colleghi. Questo aspetto potremmo chiamarlo competenza trasversale. Ora, prova a chiederti: “cosa ho imparato a fare in questi anni di lavoro o studio, a parte la conoscenza pratica (-cioè le cose pratiche/tecniche-)?”. Magari ti rapportavi con clienti o dei colleghi, avevi turni e dovevi gestirti più cose, ecc. Ecco anche queste sono competenze trasversali che hai maturato e che puoi raccontare su di un curriculum, sulla lettera di presentazione e/o durante i tuoi colloqui.


Scheda sulle competenze.
Prima di iniziare ricorda alcune cose. Non dovrai trascrivere sul curriculum tutte le cose che ti verranno in mente. Utilizza la griglia per tirare fuori parole utili, e poi scegli quali ti rappresentano di più. Servono un po' come palestra per allenarti a riconoscere e dare un nome alle tue capacità, descrivendole al meglio. Non dare niente per scontato. Spesso ti troverai di fronte persone che non sanno nulla del tuo lavoro, pagate per selezionare del personale secondo indicazioni ricevute dalle aziende clienti, che non conoscono direttamente il mondo lavorativo dal quale provieni; proprio per questo sarà importante far capire, senza lasciare niente al caso, ciò che porti con te, in termini di esperienze e competenze.
La griglia che di seguito propongo ti potrà servire a fare un breve resoconto di ciò che conosci bene e ciò che ti motiva; a volte lo diamo talmente per scontato da non accorgerci di avere delle competenze e che, queste, hanno anche un mercato.

                                                 LA SCHEDA

COMPETENZE TECNICHE. STRUMENTI CHE HO IMPARATO AD USARE.









COSE CHE SO FARE NEL MIO LAVORO:









COMPETENZE TRASVERSALI.
MI RAPPORTAVO CON (CLIENTI, COLLEGHI ECC.):



COSE CHE FACEVO DURANTE AL LAVORO E CHE POTREI FARE ANCHE IN ALTRI AMBITI:








COMPETENZE EXTRALAVORATIVE.COSE CHE SO FARE OLTRE AL MIO LAVORO (per es. manutenzione, decoupage, verniciare, riparare, relazionarsi con tanta gente, aggiustareutilizzare il pc, fare giardinaggio ecc.):









COSE CHE FACCIO A CASA E/O NEL TEMPO LIBERO E CHE POTREBBERO TORNARE UTILI IN AMBITO LAVORATIVO:











Ecco qui...terminato!
Ora, riguardate il vostro curriculum e provate a fare le aggiunte del caso: risulterà più chiaro e spendibile.
A presto!

domenica 11 novembre 2012

COMUNICARE IL PROPRIO VALORE...A TUTTE LE ETA'!


Nel blog abbiamo già parlato dei canali e dell'atteggiamento che dovremmo avere  per la nostra ricerca.
Ora, ha senso ragionare su come comunichiamo perchè spesso lo diamo per scontato, rischiando di non far sapere chiaramente: 
- cosa sappiamo fare;
- quali sono i nostri desideri;
- quali i nostri obiettivi;
- quali le motivazioni che ci spingono a cercare in una determinata azienda;
- quali sono le nostre disponibilità, 
- cosa non vogliamo ecc.
Dobbiamo dunque riflettere su come comunichiamo di noi stessi, chiarendo bene chi siamo e cosa vogliamo: chiarito chi sei (al tuo interlocutore) sarai più "identificabile" e per questo spendibile.

Ieri, oggi e domani...
Veniamo da una contesto socioculturale dove, fino pochi anni fa, si entrava nel mondo del lavoro in età adolescenziale (o anche prima) rimanendoci molto a lungo, spesso fino alla pensione. Ora non è più così. Nell'arco di una vita è -e sarà sempre più facile- cambiare diverse volte, per tante ragioni. Da anni, infatti, le aziende sanno che ci sono in giro persone di tutte le età che cercano lavoro; i motivi possono essere: la modifica delle condizioni contrattuali; l'allungamento dell'aspettativa di vita biologica e lavorativa; gli obiettivi personali ed aziendali che, in molti casi, hanno preso risvolti impensabili fino a qualche decennio fa. 
Quello che in futuro dovrà sicuramente andare a modificarsi sarà quindi, non solo il modo facile con cui si esce dal mercato del lavoro, ma la possibilità di rientrarvi perchè la flessibilità che abbiamo oggi non è sempre un vantaggio, anzi. 

L'idea di creare un mondo del lavoro altamente ricettivo, capace di offrire effettive possibilità di cambiamento sarà, credo -almeno in un futuro prossimo quando si realizzerà del tutto-, una bellissima cosa; purtroppo attualmente questo non è favorito per via di controverse politiche del lavoro, una forte burocrazia ed certa mentalità che risulta ancorata su modelli arcaici della società e dell'individuo.
A questo punto dobbiamo credere, e un po' sperare, che in futuro “cambiare” non sarà sinonimo di “ripartire daccapo ogni volta”. Pensiamo, per essere propositivi, al già citato esempio del temporale, su cui non possiamo agire direttamente ma contro il quale possiamo attrezzarci con ombrello e impermeabile se dobbiamo uscire per forza (dobbiamo quindi definire, per la nostra ricerca, quali saranno i nostri personali attrezzi, i nostri strumenti).                                                 
Fatta questa doverosa premessa, che vorrebbe essere da monito al fatto che non dobbiamo accanirci per forza verso un'unica direzione -adoperandoci in comportamenti cristallizzati- cercando ciò che non c'è! Ora, andiamo al nostro metodo.

Pensa un attimo a questa domanda (anche se non fai parte della categoria “over 50”).    “Come far capire in che modo cercare lavoro sopratutto a chi, per decenni, non lo ha fatto perché già lavorava ?”.
Risposta. Purtroppo molte persone spesso si trovano a pensare cose del tipo: “se un'azienda vede una persona avanti con gli anni come me, che cerca lavoro, penserà che non so lavorare”, “penserà che non valgo”, “che mi avranno cacciato perché ho combinato qualcosa, qualche danno”. Avranno, poi, ai primi rifiuti, idee distorte su quello che offre il mercato, convinzioni del tipo: “non c’è nulla”, “non c’è lavoro”, “cercano solo ragazzini, non gente come me che ha 50 anni”. Occorre ribadire che non è sempre così! Le aziende ormai selezionano persone di tutte le età, quindi tutti possono trovare un’occupazione, perché a tutte le età ci sono persone valide che, per vari motivi, non stanno lavorando.


Non voglio dire che sia semplice trovare che, chiavi in mano, una persona ottiene un lavoro sempre e comunque. Vorrei solo di mettere in guardia dall'abbattersi troppo. Le informazioni su quello che offre il mercato, a volte -e a parer mio-, sono un po’ distorsive e non sempre andrebbero prese alla lettera. Difatti, di questi tempi, vedo assumere gente: persone di tutte le età che stipulano contratti sia a tempo determinato che indeterminato. Certamente per molti sarà necessario riflettere su ciò che realmente vanno cercando, sia sul tipo di lavoro che desiderano sia la tipologia contrattuale, per ricalibrare e realizzare le vere possibilità che possono esserci: ci sono effettivamente settori che stanno peggio di altri, pertanto occorrà conoscere le disponibilità che il mercato realmente può offrire.
Sono partito dal caso particolare di chi ha già una certa età perché spesso appare essere la situazione più difficile da modificare ma, naturalmente, quanto sto dicendo in queste righe è valido anche per le altre stagioni della vita lavorativa.

Detto questo... Credo che per cercare bene oggi si debba lavorare su come trasmettere al meglio la propria professionalità, le proprie competenze e motivazioni in modo chiaro ed efficace.
Dal prossimo post, quindi, ci occuperemo di come comuicare noi stessi sul mercato del lavoro che, come già accennato più volte, ..."è un lavoro"!
A presto!

martedì 6 novembre 2012

CERCARE NEL POSTO GIUSTO

Ecco un breve resoconto dei canali utili per la nostra ricerca.
Per ognuno ci sono indicazioni su:
- come usarli;
- cosa ci possiamo aspettare;
- le domande che dobbiamo porre (sia "al canale" che a noi stessi).


Centri per L’Impiego
Sono i vecchi uffici di collocamento, occorre andare ad iscriversi per ufficializzare la propria disoccupazione.
Le persone vengono inserite in un elenco anagrafico. Ai lavoratori iscritti viene poi rilasciata la scheda professionale dove vanno inserite le informazioni inerenti alle esperienze formative e professionali.
Per favorire l'incontro tra domanda ed offerta i centri per l'impiego periodicamente incontrano i lavoratori per svolgere colloqui di orientamento (entro 3 mesi dall'inizio di disoccupazione) e, quando ne hanno l'occasione, dovrebbero proporre iniziative di formazione ed inserimento lavorativo.
Sono in tutte le città e lì è possibile avere:
- Informazioni su bandi (fondi, doti, ecc.) in essere sul territorio che possono aiutare la persona ad orientarsi nella ricerca.
- Aiuto nella stesura del curriculum.
- Indirizzi di aziende che hanno posizioni lavorative scoperte.
- Avere informazioni sulle agenzie per il lavoro sul territorio, sulla formazione, sui servizi.


Giornali
Ogni zona ha i suoi giornali di riferimento, sia quotidiani che giornali periodici.
Per non comprarli  tutti i giorni -e quindi avere spese notevoli- puoi andare nelle biblioteche della tua città; in esse c’è l’angolo dell’emeroteca, cioè lo spazio dove vengono tenuti a disposizione i giornali per la consultazione gratuita.
A quel punto dovresti:
1) segnare il giorno che in cui escono le inserzioni -ogni giornale ha un suo giorno specifico-. In  alcuni casi  le inserzioni escono tutti i giorni, in altri solo nei giorni prestabiliti;
2) guarda nelle pagine locali se ci sono nuove situazioni particolarmente interessanti, del tipo: apertura di aziende, centri commerciali, nomi di responsabili del personale, inserzioni (saranno utili per mindirizzare al meglio le tue candidature). 
 

Agenzie per il Lavoro
Per chi cerca, le Agenzie per il Lavoro sono molto importanti in particolar modo per due ragioni.
1) Hanno aziende clienti (di tutte le tipologie), ovvero aziende che necessitano di personale. Se ti iscrivi, quando il tuo profilo verrà ritenuto idoneo, sarai contattato per fare colloqui: nel caso la tua selezione andasse a buon fine potresti esser assunto direttamente (in questo caso l'agenzia si sarà occupata solo della selezione); oppure, se assunto tramite agenzia per il lavoro, si tratterà di un contratto di somministrazione e la sua durata potrà variare a seconda del bisogno dell’azienda.
2) Nelle agenzie ci sono persone addette alle politiche attive. Queste sono a disposizione per fornire informazioni circa la ricerca di lavoro. Reperiscono curriculum perché, generalmente, seguono i bandi -europei, nazionali, regionali o provinciali- che finanziano aiuti per le persone in cerca di un'occupazione, tirocinii e/o formazione. Nel caso non ci fossero subito situazioni utili, se darai la tua disponibilità, nel momento in cui “verrà fuori qualcosa” potresti essere ricontattato per partecipare alle iniziative che utili al raggiungimento del tuo obiettivo professionale.
Inoltre, il personale che si occupa di politiche attive è a stretto contatto con chi stipula contratti di lavoro tra agenzia e aziende, quindi può:
a) avere ben presente i bisogni delle aziende sul territorio ed essere un'ottima fonte di informazioni;
b) veicolare il tuo curriculum.


Suggerimento...
Un atteggiamento importante quando vai a portare il tuo curriculum potrebbe essere il seguente...
D'ora in avanti, quando ti rechi in un’Agenzia per il lavoro fai le seguenti domande:     
-”Ci sono bandi, doti, progetti per aiutarmi a trovare lavoro?”; (Se non ci sono bandi, ora, puoi chiedere quando usciranno);
-(A seconda del tuo profilo) "Avete aziende clienti dove il mio profilo potrebbe essere speso?”.
Pensa tu ad altre domande. Non dico di tempestare l'addetto che ti trovi davanti ma di raccogliere informazioni. Fatti trovare curioso di capire, capace di metterti in gioco e fai chiarezza sulle tue disponibilità. Queste cose aumenteranno il grado di attenzione nei tuoi confronti; la gente si ricorderà di te al momento in cui ci saranno situazioni interessanti, specie se avrai fatto buona impressione".


Aziende
Ogni azienda è un luogo di incontro tra tante realtà lavorative.
Io, se dovessi andare a  lavorare, ad esempio, in una casa di riposo, dovrei tenere presente che sarebbe poco proficuo limitarmi ad inviare il curriculum lì ed aspettare di essere chiamato. Infatti, nella casa di riposo -come in altre situazioni-, vi sono diverse possibilità di essere assunti, non necessariamente in modo diretto dalla stessa.
Allora, come devo comportarmi?”, ti chiederai. 
Risposta. Devi farti -e fare- delle domande su come questa casa di riposo assume perché, trovando i vari accessi al suo interno, troverai il modo di arrivare nel posto giusto al momento giusto.

L’esempio che ora sto per proporre, vuole offrirti delle dritte su come muoverti; può valere per un’infinità  di altri tipi di azienda.Seguendo l’ipotesi di dover cercare lavoro presso una casa di riposo, allora, ecco alcune cose che dovresti fare.
Domandando scopriresti che al suo interno potrebbero esserci: cooperative, agenzie per il lavoro, associazioni, dipendenti diretti, liberi professionisti ecc. Quindi, come nel caso  delle agenzie per il lavoro, vale il suggerimento di andare là per chiedere come accedere a queste realtà e, così, entrarvi.
In questa realtà le domande potrebbero essere:
- “quali cooperative lavorano qui?”;
- “quali agenzie per il lavoro?”;
- “a chi devo propormi per provare a candidarmi?”;
- “Lei mi dice che ora non avete bisogno ma, quando avete bisogno, a chi vi rivolgete?”.
A questo punto potresti andare a proporti e/o iscriverti nel posto più idoneo, quello effettivamente dedito alle ricerche che più ti interessano: -andrai, così, alla fonte di chi assume per la casa di riposo.


Un immagine.
L’azienda puoi pensarla come una casa con tante porte, diverse per tipo e dimensioni. L’importante per noi è entrare quindi, se la porta “principale” è chiusa o c’è qualcuno che ne ostruisce l’ingresso, ti devi ingegnare su come accedere.
In questo caso le nostre porte saranno: conoscenti, internet, la receptionist, la posta ordinaria, il fax, ecc. Domandati: "da dove potrei iniziare?”... E POI INIZIA!
A presto!





mercoledì 31 ottobre 2012

LA RICERCA SU INTERNET. SECONDA PARTE

Andiamo avanti con l'argomento: "ricerca di lavoro su intenet".
Di seguito proporrò un breve elenco di alcuni siti di ricerca. Anticipo che ogni sito ha una sua filosofia, cioè: un suo modo di procedere, una sua tipologia di pubblico -sia di inserzionisti sia di persone che vanno stabilmente a candidarsi-, un suo "essere" sul web in modo più o meno attivo.
I siti, quindi, andrebbero argomentati uno a uno (e lo farò nei prossimi post, parlando dei siti che conosco meglio e che -ad oggi- posso dire di aver avuto un efficace e diretto riscontro).
Ancora due righe sulla tipologia dei siti utili alla ricerca... e poi la "famosa" lista.
Certi portali sono database, cioè chiedono di inserire il curriculum al loro interno per poi poter far rispondere alle inserzioni. Altri hanno la funzione di motore di ricerca, cioè se scrivi il tipo di lavoro richiesto, la zona, ecc. mettono in contatto con altri siti che hanno al loro interno le ricerche che possono interessare. Infine, ce ne sono poi diversi, non sono nè motori di ricerca nè database espressamente nati per fare ricerca di lavoro, e che potremmo utilizzare per arrivare alle informazioni necessarie; possono essere utili per due motivi:
- possono farci scoprire altri siti, nomi aziende, settori (per esempio "pagine gialle");
- possono darci informazioni utili sul sul tipo di lavoro che stiamo cercando (per esempio "orientaonline").
Starà a voi capire quali saranno utili alla vostra ricerca.
Ecco di seguito un breve elenco di siti. Fatemi sapere se dobbiamo affrontare nel dettaglio il funzionamento di qualcuno in particolare.

Siti ricerca di lavoro:

Siti per ricerca in ambito informatico:


Nell'ambito bancario/assicurativo troviamo:

Nell’ambito del commercio:

Università:

Nell’ambito educativo:

Ambito vendita:

Ambito turismo:

Sito delle imprese italiane:

Sito pagine gialle:

Sito di orientamento:

Naturalmente è solo un assaggio. In molti siti troverai altri indirizzi scoprendone, così, di nuovi. Guardali e prova ad individuare quelli che si avvicinano maggiormente a ciò che stai cercando. In alcuni occorre iscriversi per poter rispondere, in altri basterà accedere per:
  • leggere i tipi di inserzioni che sono presenti;
  • appuntare indirizzi e i riferimenti;
  • inviare poi, -in un secondo momento- la candidatura come indicato

Un Suggerimento.
Tieni pronto curriculum e lettera di presentazione (argomento che fra poco affronteremo) sul desktop del pc, in modo da poterli avere sempre sotto mano.
A presto!

giovedì 25 ottobre 2012

LE GINESTRE

Trascrivo una storiella che per me è stata ispiratrice, al punto poi di andare, tempo dopo averla letta, proprio nella località dove era ambientata per vedere se per davvero c'erano le ginestre: sono proprio quelle fotografate e messe come sfondo nella pagina di facebook dedicata al blog. C'è tanta poesia, concreta e carica di simbolismi, spero possa offrire spunti come li ha offerti a me.
.                                  ...seminare, crederci, sperare...

"C'era una volta Giuseppe di Cantalupo Ligure, che è un paese sui monti in Piemonte anche se si chiama Ligure. Il signor Giuseppe andava su per i monti con il suo apetto e appena vedeva una bella collina o un bel dirupo tutto arido si fermava e, senza scendere dall'apetto, prendeva la cerbottana e ne ste valli ci sputava i semi di ginestra, poi tornava a casa dalla su sorella. Ripassava dopo un po' e se non era piovuto ci sparava l'acqua co' una bottiglia grande, quelle da du litri di plastica, sempre senza scendere dal suo apetto. E così, primavera dopo primavera, tutte le valli, le colline e i dirupi di Cantalupo Ligure si son riempite di ginestre gialle e profumate, fiori gialli ovunque, un gregge di ginestre, e Giuseppe ha creato un bellissimo giardino senza mai scendere dal suo apetto, no, non era pigro, era paralizzato alle gambe, Giuseppe.
Fiori gialli ovunque <1>".



A volte i nostri intenti possono trovarsi di fronte a grandi difficoltà apparentemente insormontabili, tuttavia le risorse che possediamo possono sorprenderci, trasformando quelli che sono i vincoli in risorse......seminare, crederci, sperare...

______________________________________________
<1> di Elena Guerrini, in "Orti insorti", Stampa Alternativa Nuovi Equilibri, Viterbo 2009, p.27.

mercoledì 24 ottobre 2012

LA RICERCA SU INTERNET. PRIMA PARTE

Per diventare efficaci ricercatori di lavoro occorre conoscere i siti di ricerca ma, come avrai notato, ce ne sono di tutti i tipi e spesso ci si perde. Per prima cosa, allora, occorre capire quali sono veramente interessanti per te, per evitare di perdere del tempo -dato che alcuni sono validi solamente per determinati ambiti-, c'è poi da chiedersi, in seconda battuta, cosa ti puoi aspettare da essi.
Sovente, le persone, dopo un po' che guardano le inserzioni su internet, si demoralizzano. Innumerevoli volte mi è stato detto: “le inserzioni sono tutte uguali”, “non c'è niente”, “prendono in giro”. Non è così, non sempre. A noi deve interessare quanto c'è di buono in questa modalità di ricerca e non impantanarci sul resto.

Un’immagine per farti capire come approcciare al web è facendo riferimento al temporale.
Cosa centra? Sul temporale non possiamo agire: quando piove piove. Se dovessimo uscire per forza, dovremmo prendere degli accorgimenti per non bagnarci. Come con il temporale, che non possiamo far smettere a piacimento, non possiamo far cessare di essere inondati da inserzioni ripetute e ripetitive, cioè non possiamo farci inviare solo quello che ci va perché, inevitabilmente, arriveranno diverse inserzioni: spesso poco centrate sui nostri bisogni. Tenendo la barra dritta allora, ricordandoci che i siti di ricerca sono importantissimi per trovare lavoro, dobbiamo insistere perché è proprio lì che molte aziende ricercano il personale ogni giorno: dobbiamo solo attrezzarci con gli strumenti giusti. Con il temporale prendiamo l'ombrello o l'impermeabile; sul web, con qualche semplice attenzione e calibrazione delle aspettative (e, nota bene, attenzione e calibrazione delle aspettative sono già due importanti strumenti che dobbiamo utilizzare) per non sperderci in illusorie opportunità che possono andare a tradursi in silenzi assordanti, da parte di chi ha fatto l'inserzione e che poi non ci contatta.

L'impreparazione su come avvengono le ricerche si traduce in false aspettative, facendo si che la delusione di non ottenere velocemente ciò che si è desiderato, porti a smettere l'utilizzo di questo importante strumento.
Partiamo allora da questo assunto: trovare annunci spesso ripetitivi o gente che non ci da ascolto è una cosa sulla quale non possiamo agire, dobbiamo tenere duro, creare alternative per raggiungere le informazioni delle quali necessitiamo; le parole d'ordine allora saranno:
-pazienza;
-ordine nel cercare;
-tempestività nel rispondere;
-calibrazione nelle ricerche (dobbiamo far si che le nostre ricerche siano il più in linea possibile con il nostro profilo).
Ecco alcuni suggerimenti.
1) Cerca in modo mirato, non aspettare che “piovano” inserzioni nella tua casella di posta elettronica. Entra direttamente nei siti sennò ti arriverà di tutto e dopo un po’ non farai più caso alle vere opportunità.

2) Fai due liste:
a) una delle parole chiave da utilizzare per cercare la professione/settore/luogo/ che interessa;
b) una seconda lista composta dai siti dove puoi trovare inserzioni interessanti...e usale tutti i giorni.
Potresti fare in questo modo…Quando sei nel sito di inserzioni aggiungi negli spazi -dove è possibile indicare delle preferenze come: il tipo di lavoro che stai cercando, il settore, il luogo ecc.- delle parole chiave, (per esempio: operaio, ingegnere, badante, idraulico, geometra ecc. -a seconda del tuo profilo-). Nello stesso spazio, inoltre, generalmente si può anche usare parole meno specifiche, in modo da allargare la ricerca (esempi: produzione, metalmeccanico, servizi, educativo, ecc.). Cioè, in sintesi, devi cercare parole che possono ricondurre al tuo settore di interesse o al tipo di lavoro nel quale hai intenzione di proporti, ma in modo più generico. Dove si può, poi, indica anche la zona (es. Lodi, Milano, Lombardia ecc.).
Ultima raccomandazione. Prima metti le parole una alla volta, esempio “operaio”. Successivamente accoppiandole, ad esempio “operaio/ Lodi”: in modo da riuscire a trovare tutte le possibili combinazione che potrebbero interessarti.

3) Chi fa annunci utilizza, contemporaneamente, più canali (internet, agenzia per il lavoro, giornali ecc.) ma non è poi detto che faccia il monitoraggio di tutti. Chiediamoci: “se l'insertore trova un profilo idoneo su di un sito, perché dovrebbe guardare le candidature che gli arrivano, per esempio via fax, perdendo così tempo?”. Tradotto. Non bisogna aspettarsi che l'insertore risponda ad ogni inserzione che inviamo, magari terrà buono il curriculum per un’altra volta, quindi conviene sempre inviare la candidatura a tutti i canali dove egli propone un'assunzione, in modo che di riffà o di raffa noti il tuo interesse per la proposta.

4) Per non perdere occasioni dobbiamo rispondere alle inserzioni e segnare che lo abbiamo fatto, ricordandoci di non lasciare nulla di intentato.

Aneddoto.
<<In passato mi capitato di fare la seguente scoperta. Quando cercavo lavoro, inizialmente, scrivevo la dicitura "orientatore" nello spazio del sito dove si potevano inserire le preferenze per la ricerca. Facendo in questo modo ero convinto di far saltare fuori tutte le opportunità che potevano interessarmi. Mi sbagliavo. Il risultato era di trovarne veramente poche. Dato che i risultati erano molto scarsi, iniziai a scrivere anche “ricollocatore”, visto che fortuitamente mi imbattei in ricerche che chiamavano così la figura professionale che volevo ricoprire (e che, notavo, era nei contenuti uguale nella mansione dell' “orientatore”: ne trovai altre -ma non tantissime-). Scoperto che esistevano diversi modi di dare il nome alla stessa cosa, allo stesso lavoro, e che internet non trovava in modo esauriente ciò che cercavo, iniziai a trovare sinonimi e parole vicine al mio possibile impiego. scrissi “tutor” -che in molti casi è la stessa cosa di “orientatore” e “ricollocatore”-, addetto all'outplacement, e così via. Facendo questo, tutti i giorni, trovai il modo di allargare il mio territorio di “caccia” rendendolo più efficace>>.


Un accorgimento ancora. Bisogna stare attenti al plurale delle parole, il pc non è intelligente, a volte se se si scrive “operaio” o “operai” escono cose diverse...questo accade anche se scriviamo, "segretaria"/"impiegata", "logistica"/"magazzino" e così via”.

Domandiamoci: “perché le aziende non sempre rispondono subito?”. Ecco quali potrebbero essere i due motivi principali:
1) potrebbero aver bisogno fra qualche settimana o mese, per questo possono aver iniziato a selezionare subito persone, per non essere poi colte di sorpresa quando avranno bisogno;
2) potrebbero aver iniziato a selezionare e, magari dopo un po', fermato la ricerca per cali di produzione, cambi organizzativi ecc.; quindi, non sei tu che non vai bene ma la selezione è stata solo “congelata”.


Non bisogna demoralizzarsi se non chiamano subito. A me capitò -e non è uno scherzo- di ricevere un'email di risposta ad una candidatura inviata circa 8anni anni prima. Il titolare mi scrisse chiedendomi: “cosa ha fatto in questi ultimi sette anni? Potremmo conoscerci?”.
Ergo...BISOGNA SEMINARE!!! SEMPRE!!!! PRIMA O POI RACCOGLIEREMO I FRUTTI!!!<1>...

Mi fermo qui.
Naturalmente questo argomento non può esaurirsi così. Ci sono alcune cose che occorre approfondire. Nel prossimo post parlerò di alcuni siti in particolare (ho un bel elenco da postare!!!) e cercherò di darvi qualche dritta per fare una ricerca efficace tramite internet.
A presto!

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<1>Seminare...pazienza...raccogliere..ginestre....ci arriviamo...






sabato 20 ottobre 2012

IL PASSAPAROLA


Proviamo, adesso, a guardare nel dettaglio come funziona il passaparola, cioè come facciamo girare la voce.

Premetto che sarebbe utile confrontarsi su questo punto, quindi, chi dovesse avere idee, spunti, dubbi può scrivere nei commenti; potrebbe così aiutare sia se stesso sia  gli altri -compreso chi sta scrivendo in questo momento- ad ampliare la prospettiva.

IL PASSAPAROLA.
Ognuno di noi, in qualche momento della propria vita, si è probabilmente trovato a comunicare, ad amici e conoscenti,  di essere in cerca di lavoro. Come già detto precedentemente, questo atto dovremo trasformarlo in un'azione metodica, non improvvisata, pianificata e misurabile (misurabile nel senso che occorrerebbe avere dei numeri circa: "quante persone ho informato della mia ricerca di un' occupazione", "quando è successo di aver cercato", "dove" ecc..). Spesso il passaparola è quanto di più sfuggevole e lasciato al caso; però mi chiedo -premettendo che, ad oggi, appare  il canale più utilizzato e, spesso, il più potente (lo dicono le statistiche)-: “perchè è quello a cui, generalmente, faccio meno attenzione e lo pratico in modo -spesso- superficiale ?".

C'è quindi da chiedersi:
-"quali sono canali per reperire informazioni nel <<passaparola>>?”.

Prova a sforzarti, prendi carta e penna e cerca di pensare a chi potresti dare il tuo curriculum (e perché). In questo momento mi vengono in mente anche: associazioni, conoscenti, bar che frequento, negozi dove abitualmente acquisto qualcosa, convegni, seminari, scuole, open day, apertura di nuove situazioni commerciali, ecc...Continua tu, rendi questo elenco il più esteso possibile, perché sarà da qui che si dipanerà la tua  ricerca.
Di seguito faccio un esempio per essere più chiaro. Potresti esportare la logica dello spunto, nei luoghi che frequenti: bar, librerie, circoli, negozi, aziende ecc..

Esempio. Pensa ad una situazione dove sei cliente, tipo al supermercato o dal giornalaio sotto casa. Posti come questi  sono ritrovo di tante persone. Solitamente quasi tutti i giorni arrivano corrieri e clienti, e sono lì per scambiare prodotti, fare quattro chiacchiere, in poche parole: familiarizzano. Dovresti vederli (oltre che come amici, conoscenti, vicini, ecc.) come potenziali veicoli del tuo curriculum, quindi  sbizzarrisciti  a pensare tutti i posti “nevralgici”  e fai sapere:

-che stai cercando lavoro (e, il prima possibile, lascia il tuo curriculum);
-le tue disponibilità orarie e di spostamento sul territorio (cioè, quanti chilometri, al massimo faresti per recarti al lavoro).

Inoltre, informati chi di ”interessante” passa di lì: altri negozianti, datori di lavoro, imprenditori, operai che lavorano in aziende della zona ecc.

Pensaci. Se sei cliente di un negozio in un momento di bisogno, chi si trova dall’altra parte ha almeno due ragioni per darti una mano:
1) Sei un cliente e vuole fare bella figura (e gli conviene);
2) Voglia di dare aiuto una persona (spinta da non sottovalutare!).
Magari 8 su 10 non saranno molto disponibili. Ma a me e te non deve interessare. A noi serve una sola attenzione perché vengano a crearsi le condizioni per 1 posto di lavoro… il tuo!

Ricapitoliamo:
1) Segna sugli appositi fogli il nome di tutti gli enti/aziende/ associazioni/ecc. che possono interessarti.
2) Segna chi hai contattato finora.
  
Immagina la tua ricerca come una torta; questa ha più fette, non solo una o due. Potresti  provare ad analizzare quante fette ha questa torta e assaggiarle tutte... cioè prova a cercare in più modi!! (la torta è, per inciso, la tua ricerca).

Di seguito ti lascio un esempio di griglia, utile a segnare i tuoi invii e contatti.


[1]N
AZIENDA
(nome, via indirizzo)
CONTATTO
(nome della persona e ruolo professionale)
TEL.-EMAIL-FAX DELLA PERSONA



























<[1]>Le griglie devi compilarle così:
AZIENDA: metti i nomi delle aziende che ti interessano;
CONTATTO: inserisci i nomi delle persone che possono presentarti, portare il curriculum in azienda, farti assumere;
NUMERI EMAIL ecc: inserisci i numeri della persona, dell'azienda e di chi è all'interno della stessa.


Come accennavo poco fa, spesso sottovalutiamo che ben il 33% circa delle nostre ricerche andate a buon fine, hanno tale esito attraverso le persone che già conosciamo. Dobbiamo essere pronti a far avere il nostro curriculum a più gente possibile, per diffondere l'informazione che vogliamo trovare un posto e che siamo interessati ad una o più posizioni. Periodicamente occorrerà poi ricordare ai tuoi canali, che sei ancora senza un'occupazione; e stai attento perché, dopo un po' di tempo, le persone  potrebbero pensare che ti sei sistemato e che non hai più bisogno: ogni tanto occorre rinfrescargli la memoria!


Breve aneddoto…
<<“Quando cercavo lavoro, giravo con pile di curriculum sul sedile della macchina, già firmati, pronti all’uso. Poi, però, un lavoro l’ho trovato chiacchierando sul treno con una persona, la quale mi disse: “stanno cercando nell'azienda x, prova ad inviargli  il curriculum, anzi, dammene una copia glielo porto io”.
Fortuna? Caso? In realtà credo che la fortuna sia una componente della ricerca e che, in molti casi, viene a crearsi se ci diamo da fare nel metterci in condizione di averne>>.

Secondo alcuni studi, se solo lo volessimo, potremmo entrare in contatto -attraverso le nostre  conoscenze personali- con una persona che abita dall’altra parte del mondo, solo mediante il passaparola.
Per esempio. Se avessi il desiderio di conoscere un abitante di un quartiere in Tokio (e non sono mai stati in Giappone) basterebbe conoscere uno che conosce qualcuno che è stato una volta in Giappone; quest’ultimo conoscerà qualcuno che conosce qualcuno che è stato Tokio...e così via. Beh, nel giro di 7-8 conoscenze – è dimostrato- arriveremmo a poter entrae in contatto con la palazzina “x”, del quartiere “x”, alla persona “x”.

Ora, se riusciamo a fare questo, mi chiedo: “perché non dovremmo riuscire a conoscere una qualche persona nell’azienda “x” a 3 km da casa nostra…e lasciagli un curriculum?”.

Non è solo teoria, può essere un'osservazione molto pratica, un modo concreto per dire: “occhio alle barriere che tu stesso ti poni, se provi a guardare le possibilità che hai a disposizione, puoi scoprire che sono molto più di quelle che vedi al primo sguardo ”.

Nel prossimo post parleremo della ricerca su internet. A presto!
Davide